A Tebe, nell’Antico Egitto, c’era una monumentale statua del dio Memnone. Questa era custodita dai sommi sacerdoti. Ora, per effetto delle forti escursioni termiche, la testa della statua si fratturò. All’alba, l’aria esterna era più calda e meno densa di quella entro la frattura, per cui la fredda fuoriusciva dalla frattura provocando un lungo suono che i sommi sacerdoti interpretavano come la voce del dio che invitava il popolo fedele a portargli molti doni. La sera il fenomeno si invertiva e il suono era più acuto e lamentoso. Il dio rimproverava i fedeli per la sua scarsa generosità. Le voci del dio cambiavano con il cambiare delle condizioni atmosferiche ma era sempre il sommo sacerdote l’unico interprete di quei suoni. Nell’antichità gli uomini non conoscendo l’origine e la natura dei fenomeni naturali si affidavano agli uomini di cultura, che, per lo più, erano sacerdoti, per averne una spiegazione. Questi fenomeni erano interpretati come segni divini o prodigi. Tali erano considerati i tuoni, i fulmini, le eclissi, le comete ecc. I sacerdoti avevano l’esclusività di indovinare e interpretare questi fenomeni come manifestazioni di volontà divina. In Babilonia si ritenevano le eclissi presagi di sciagure per la città e per i nemici. Nell’antica Grecia e nell’antica Roma ogni evento eccezionale era oggetto di interpretazione. Spesso ci si rivolgeva all’ oracolo di Delfi ma la spiegazione di un evento spettava sempre al sacerdote del tempio. Nell’antichità classica il miracolo era un prodigio che si configurava come un intervento improvviso di una forza misteriosa nell’uomo, turbandolo nel suo consueto svolgimento della vita al punto da causare stupore e terrore. Nel tentativo di interpretare il significato del “segno” (un fatto fuori dell’ordinario), per la non perfetta comprensione del fenomeno, si identificava la misteriosa forza con l’elemento divino. Nella Grecia antica il prodigio (teras) serviva a interpretare il futuro. Come già detto, prodigi erano considerati le eclissi, i tuoni i fulmini, le comete. Il fenomeno veniva affidato ad un indovino sacerdote perché si facesse mediatore tra il popolo e il dio e conoscesse la sua volontà. Espressioni di potenza soprannaturale erano considerate anche le guarigioni nelle acque sacre, il cambiamento improvviso di natura di un oggetto. Presso gli antichi etruschi il miracolo era considerato un prodigio da sottoporre all’arte divinatoria per ricavare un responso. Nella Roma antica costituivano oggetto di interpretazione divinatoria gli eventi eccezionali. Secondo Plinio l’arte magica era un’arte naturale che comprendeva tre scienze: religione medicina e astrologia e che da essa dipendesse il far miracoli. Cristoforo Colombo, sfruttando l’imminenza del verificarsi di un’eclissi solare, riuscì a farsi credere un dio dagli Indiani d’America. Pietro Giannone aveva negato il miracolo di San Gennaro nella sua opera e i frati avevano persuaso il popolo napoletano che per colpa di Giannone il primo sabato di maggio del 1923 non si ripeté il miracolo. Nell’Antico Testamento viene considerato miracolo un potente intervento di Dio in favore del suo popolo (come la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto e il passaggio sul Mar Rosso), un attestazione dell’esclusiva sovranità di Dio sulla storia e sulla natura. Nel Nuovo Testamento il miracolo è inteso come evento prodigioso che manifesta la presenza e l’azione di Dio. Esso è essenzialmente segno della presenza di Dio, che opera per mezzo di Gesù Cristo. La possibilità di operare miracoli per gli apostoli e i santi è considerato un dono ricevuto da Dio per mezzo dello Spirito Santo. Il miracolo ha senso soltanto nel quadro di un rigoroso riferimento cristologico. Secondo la teologia cattolica il miracolo consiste essenzialmente in un fatto sensibile che avviene al di fuori delle leggi della natura e la cui causa immediata è Dio. In Gesù Cristo il miracolo è l’espressione della onnipotenza e bontà di Dio, senza segni di intermediari. Nel Vangelo numerosi sono i miracoli da lui operati a sollievo di gravi infermità e a dimostrare la sua potenza anche sulla morte (risurrezione di Lazzaro) ma il miracolo per eccellenza è quello della sua resurrezione. L’effettiva veridicità di un miracolo spetta alla Chiesa in virtù dell’infallibilità che le proviene dall’assistenza dello Spirito Santo. Nella teologia protestante si è fatta strada da decenni una concezione del miracolo per la quale non ha più rilievo il concetto di extranaturalità dell’accadimento miracoloso legata ad un’immagine del mondo superata. Miracolo è l’atto di Dio riconosciuto dalla fede oltre e nonostante l’ordine naturale che non ne viene visibilmente interrotto. Per i non credenti i miracoli sono frutto del dubbio e della debolezza dell’uomo che non riesce a rompere risolutamente con la superstizione popolare a lui affascinante. Nemmeno i grandi successi delle indagini scientifiche faranno scomparire l’incanto del miracolo e del soprannaturale. In ogni tempo hanno prosperato i maghi, i rabdomanti, gli indovini, gli astrologi, i negromanti, i cartomanti, i chiromanti, gli incantatori e gli illusionisti. I maghi del faraone convertirono le verghe in serpenti ad emulazione di Mosè. Celebri maghi furono Simon mago, Cagliostro, Rasputin. Una credenza che affascina oggi un sempre maggior numero di persone è quello degli Ufo. Essa è dovuta agli avvistamenti di corpi sferici luminosi vaganti nell’atmosfera. In verità si tratta di palloni aerostatici inviati dagli eserciti dei vari stati nell’alta atmosfera per determinarne le sue proprietà fisiche. Negli anni 1963 e 1964 io, come Ufficiale specialista aerologista d’Artiglieria, comandavo una stazione meteobalistica. Il compito di tale stazione era di inviare nell’atmosfera grossi palloni di gomma riempiti di idrogeno, che trasportavano una radiosonda di materiale leggero, legato al pallone con un paracadute. Esso, spinto dall’aria più densa dell’idrogeno verso l’alto, saliva fino all’altezza di 40 chilometri, aumentando di molto il suo volume, fino a provocarne lo scoppio e la caduta delle radiosonde. Questi palloni gonfiati venivano trasportati dai venti lontano anche centinaia di chilometri e, di notte, erano illuminati dai raggi solari. Da terra venivano scambiati per degli Ufo.
Ad attestare la facile disposizione del popolo a credere ai miracoli riporto il seguente episodio, verificatosi a Gesualdo, paese dell’Italia Meridionale; nell’immediato dopoguerra. Non era trascorso molto tempo da quando le campane dell’Addolorata avevano suonato l’Ave Maria vespertina che alcuni fedeli presenti nella Chiesa videro, sbalorditi, che gli orecchini della statua della Madonna oscillavano, a volte lentamente, a volte velocemente. Il priore si mise subito a gridare al miracolo. La voce si sparse subito per tutto il paese e in breve la chiesa fu gremita da una gran folla. Tra di essa c’ero anch’io, allora giovane studente liceale molto devoto alla Madonna. Mi trovavo in fondo alla chiesa schiacciato dalla folla. L’abate era sull’altare e ad un tratto si mise ad urlare: ” E’ vero, guardate come si muovono. E’ un miracolo!. La Madonna ci invita a pregare” Dopo grida collettive di stupore, la folla cominciò a recitare il Rosario. L’atmosfera di esaltazione collettiva prese pure me e come tutti i presenti proruppi in un pianto. Le lacrime che scendevano negli occhi mi fecero sembrare più rapidi i movimenti degli orecchini. Per tutti i credenti fu facile convincersi del miracolo. Anni dopo cominciarono a circolare in paese i primi sospetti. Si scoprì poi che il priore, con un marchingegno, era stato l’ artefice del “miracolo” e l’episodio cadde nel dimenticatoio.
Vittorio Caracciolo
Geólogo e físico formado na Università degli Studi di Napoli.
Specializzato in Geofisica Applicata, in Sismica applicata ed in Meteorologia.
Cavaliere dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana.